Giuseppe E. Rapisarda | Fuori è dentro

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Unusual days upon our times – when
I can hear something
something I wish was there
at our place an inner time I hear.
Ten minutes
one day.
Or is it real?

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Fuori è dentro
“… Il tempo, nostra sostanza…”, scrive il grande autore argentino Jorge Luis Borges. Ce ne siamo accorti in tante e tanti – nella civiltà bianca benestante in crisi esistenziale – durante il lockdown del 2020.

Qualsiasi dinamica legata al tempo influenza in modo significativo l’ambiente, i contesti, le nostre relazioni. La dimensione familiare del tempo che viviamo viene modificata quando irrompe qualcosa di terribile o minaccioso (una pandemia, una guerra, un incidente, malattia, violenza subita, una migrazione…). Così smettiamo di riconoscerci nelle cose della nostra quotidianità, e ci chiediamo se la nostra vita, il nostro tempo, e quindi anche gli spazi che viviamo, siano o siano stati realtà, oppure no.

Ad alcune e alcuni tra noi questa sensazione di straniamento, che mette in discussione la nostra identità e posizione nel mondo, può capitare anche senza traumi, o con traumi, per così dire, benevoli. Succede così a chi s’innamora, alle e ai sognatori, a chi vuole un mondo migliore e, quando non lotta con altri mezzi, lo fa con quelli dell’immaginazione, sognando a occhi aperti una società e un futuro migliori; succede alle e agli artisti, quando fanno bene il proprio ruolo nel mondo; lo si può esperire come esperienza spirituale, e succede anche ad alcune e alcuni studiosi e ricercatori, nelle scienze e in altre discipline, come pure alle e agli sportivi in alcune circostanze.

Dall’esperienza del tempo, durante il lockdown, muove questo sound piece di Giuseppe E. Rapisarda, “Fuori è dentro“. È un sound piece che viene fuori dalle registrazioni sul campo che Giuseppe ha fatto a e da casa sua, proprio durante il lockdown del 2020, addensando in dieci minuti la percezione surreale (o reale..?) del tempo “sospeso” di una giornata intera.

È un lavoro che sta facendo il giro dei grandi festival internazionali di musica elettronica e paesaggio sonoro, e siamo molto felici di poterlo mettere a disposizione di tutte e tutti noi.
Raccomandiamo di sentirlo con ascolti decenti (al minimo cuffie, meglio ancora se abbiamo delle buone casse), e ancora più raccomandato dedicarsi a se stesse, a se stessi: ascoltare per ascoltarsi, per provare – come suggerisce Borges – “lo stupore che il tempo, nostra sostanza, possa essere condiviso”.

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Field recordings (Palermo, Italy, April 2020), sound design and composition by Giuseppe E. Rapisarda

Mastering: Luca Rinaudo at Zeit Studio (Palermo, Sicily – ITALY)

Cover photo by Giuseppe E. Rapisarda

Curator: Gianluca Cangemi