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Giuseppe Di Bella, cantautore, poeta, interprete. RItratto. Album, Sette Arcangeli. Almendra Music. Palermo. Enna. Sicilia.

Giuseppe Di Bella

Giuseppe Di Bella nasce ad Enna, al centro della Sicilia. Cantautore, poeta, chitarrista, interprete, ricerca la propria originarietà in una sintesi evolutiva della canzone contemporanea, vicina alla musica di composizione colta ma che si nutre dalla grande canzone d’autore e popolare del Novecento.
Dopo la formazione chitarristica in conservatorio, e vocale con insegnanti di canto classico e moderno, comincia a far parte di diverse formazioni musicali. Realizza musiche per il cinema e per il teatro, e lavora come editor in riviste e case editrici specializzate in letteratura poetica e arte.
Nel 2015 con Enrico Coppola pubblica Il tempo e la voce, un lavoro di restituzione dai testi e contesti della Scuola poetica siciliana duecentesca, salutato con entusiasmo dalla critica specializzata, accolto dalla Società Dante Alighieri, presentato al Museo di Palazzo Riso, presso Il Teatro Biondo di Palermo e all’IIC a Barcellona in Spagna.
Sempre nel 2015 un suo brano è al centro del cortometraggio musicale Lassami, diretto da Gianluca Sodaro, con la partecipazione dell’attrice italo-francese Angelique Cavallari De la Tour,
Nel 2017 la sua canzone D’amurusu paisi, coi versi di Tommaso di Sasso, è la colonna sonora del video d’arte di Antonella Barbera e Fabio Leone, in cui Mimmo Cuticchio è oprante e attore protagonista coi suoi pupi.
Del 2018 è Fuddìa, opera musicale e letteraria tra versi e narrazione, in cui la contemplazione è già partecipazione: al paesaggio, nello spazio, nell’azione umana.
Nel 2020, ancora in collaborazione con Enrico Coppola, esce Orfeo, articolato concept album sul mito, che vede tra gli ospiti e i collaboratori Ilaria Patassini Pilar, Mimmo Cuticchio, i Fratelli Mancuso, Giovanni Arena, Michael Occhipinti, Cinzia Maccagnano, Federico Ferrandina, Attilio Ierna.
Più volte finalista al Premio Parodi, al premio Botteghe d’Autore e al Premio Tenco.
In uscita nel 2022 la nuova opera Sette Arcangeli, sviluppata nell’incubatore creativo Almendra Music a Palermo, introdotta da una serie di video in quattro episodi a opera di Antonella Barbera e Fabio Leone.

Marco Betta, ritratto, Alessandro Ardizzone, compositore, composer, Almendra Music, Palermo, Sicily

Marco Betta

Un compositore che ha fatto transitare i linguaggi del tardo XX secolo nell’attualità. Musiche per il teatro, il cinema e la televisione, musica sinfonica e da camera, opere liriche e multimediali, l’insegnamento al Conservatorio e alla LUISS: Marco Betta ha una storia prestigiosa, di dimensione internazionale, in cammino tra il respiro antico del Mediterraneo e il cosmopolitismo.

Il debutto di Marco in Almendra, per la prima volta anche al pianoforte, è “Ecuba | Ifigenia, in un inedito trio di compositori con Giovanni Di Giandomenico e Naiupoche: è l’inizio di una navigazione – per dirla con Marco – “che non ha nessuna direzione se non quella del sentirsi insieme per condividere con semplicità e naturalezza la bellezza dell’esserci con e per la musica che vive in noi. Siamo fatti anche di suoni”.
La navigazione continua con “Ensemble | Encore“, registrato dal vivo con Giovanni Di Giandomenico al pianoforte e Naiupoche all’elettronica, pubblicato nel novembre 2018, mentre proseguono i lavori ad altre due pubblicazioni Almendra, programmate per il 2019, in cui Marco è protagonista o co-protagonista.

Marco Betta intraprende gli studi di composizione grazie a Eliodoro Sollima, con la cui guida si diploma al Conservatorio di Palermo. Successivamente frequenta i corsi di perfezionamento di Armando Gentilucci e di Salvatore Sciarrino.
Insegna Composizione al Conservatorio di Palermo e Teoria della colonna sonora alla LUISS Creative Business Center a Roma.
Dal 1994 fino al 2002 ha ricoperto l’incarico di Direttore Artistico del Teatro Massimo di Palermo, che riapre il 12 maggio 1997 dopo 23 anni di chiusura.
Come compositore esordisce nel 1982 al Festival Spazio Musica di Cagliari. Da questo momento in poi la sua musica viene trasmessa e suonata in molti paesi d’ Europa, negli Stati Uniti, Canada, Russia, Argentina, Brasile, Australia, Giappone.
In Italia riceve inviti e commissioni da enti e festival come il Teatro Alla Scala, il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, l’Accademia Chigiana di Siena, l’Arena di Verona, l’Orchestra Sinfonica della RAI di Roma, L’Orchestra Regionale Toscana.
Nel 1993 su invito di Marco Tutino partecipa alla composizione del “Requiem per le vittime della mafia “ con “Lux aeterna” su testo di Vincenzo Consolo.
Tra i suoi lavori recenti le opere “Sette storie per lasciare il mondo” (Catania Teatro Bellini, 2006) e “Il quadro nero” (Palermo Teatro Massimo 2015), opere per musiche e film con Roberto Andò, “Natura viva” su testo di Ruggero Cappuccio (Firenze, Maggio Musicale 2010), “Notte per me luminosa” su testo di Dario Oliveri (Modena, Teatro Pavarotti, 2016), e le musiche per i film “Maria Montessori” (Canale5) e “Le cose che restano” (RAI 1) di Gianluca Tavarelli, “Viaggio segreto”, “Viva la libertà” e “Una storia senza nome” di Roberto Andò.

Ornella Cerniglia - pianoforte piano composer

Ornella Cerniglia

Mezz Gacano - portrait -- Almendra Music

Forte di un percorso che parte dalla formazione accademica in Conservatorio e all’Università e giunge a flirt non-tanto-occasionali con l’avant-rock, Ornella Cerniglia – pianista, compositrice e catalizzatrice di sensibilità – attraversa stili e repertori degli ultimi due secoli con la leggerezza e la sicurezza di chi vuole e sa ricomporre prassi e ascolto della musica con le nostre esperienze interiori e quotidiane.

Una ricerca, quella di Ornella, che trova la sua guida nell’attenzione alla vita, interiore e sociale, che dà forma e senso alla musica, la poesia, le arti visive, il teatro e la letteratura. Ne sono prova le esperienze quantomai diverse e affascinanti che la vedono protagonista e sodale, dall’immersione nella memoria collettiva del canto popolare (di cui è uno degli esiti la prima incisione dei Canti della terra e del mare di Sicilia di Alberto Favara) agli arrangiamenti da Syd Barrett, dalle partecipi frequentazioni delle avanguardie americane e italiane alle collaborazioni coi compositori d’oggi (delle cui musiche è spesso dedicataria e prima interprete). E ancora le musiche per la scena e lo schermo, il prediletto repertorio vocale da camera dal Novecento a oggi in duo con Irene Ientile, la complicità con l’altrettanto avventuroso artista Alessandro Librio, con cui è arrivata a duettare al pianoforte con uno sciame d’api.

Questa ricca attività trova infine una sintesi coerente nella nuova prospettiva di Ornella Cerniglia sullo strumento che più di ogni altro simboleggia tanto le grandezze quanto le asfissie di grandi tradizioni della nostra civiltà musicale: il pianoforte, riformulato come una stanza tutta per sé, finalmente riaperta dopo aver accumulato memorie, ossessioni, esperienze molteplici e splendori, tutti rimuginati, elaborati e infine condivisi in un dialogo intimo con chi ascolta.

L’attesa, nato dall’incontro inevitabile di Ornella con Almendra Music, è il titolo del suo EP di debutto solista.

mezz gacano - photo portrait - by Fabio Sgroi

Mezz Gacano

Mezz Gacano - portrait -- Almendra Music

«Faccio musica dal 1986: di ogni genere, stile, derivazione e colore. A ogni nuova musica cerco di liberarmi dagli schemi e dai confini che si creano, inevitabilmente, appena ci si rilassa un po’ su quel che si crede di conoscere e (terribile e sintomatica parola!) “padroneggiare”. Scrivo musica, infatti, per quel bisogno innato, quella esigenza fisiologica, di comunicare all’Universo, ma in primis a me stesso, che esisto ed esistiamo, nonostante l’utile e i guadagni, e quindi anche nonostante le chiese che (in buona o malafede, ma fede pur sempre!) li garantiscono o vorrebbero garantire.
[Mezz Gacano]

Mezz Gacàno è un progetto del palermitano David(e) Nino Urso Mezzatesta , figura poliedrica e integra di compositore, chitarrista, pittore, falegname certificato e carpentiere, a suo agio sia con il grindcore schiacciaossa dei Napalm Death che con la musica elettronica da installazione artistica, sia con il ghigno sardonico di Frank Zappa che con il jazz-rock serio e compito. Autore di numerosi progetti nell’ultimo ventennio, Mezzatesta è sempre al centro di operazioni ardite e diverse ma con un solido filo conduttore: quello della musica che prescinde da stili e generi dopo averli attraversati e approfonditi, tra competenza, sarcasmo e iconoclastia, il tutto condito da una robusta dose di “babbìo” (letteralmente: “scherzo”), cioè quella paradossale e indistricabile mistura di ironia e serietà, leggerezza e grevità, metafisica e corporeità, che accomuna la creatività resistente del capoluogo siciliano.

Il “progetto-oggetto” Mezz Gacano nasce nel 1997 dalle ceneri di Multimedial Stigghiolizing Enteprise (già Slapamdeus) e Tchazart, fondato da Mezzatesta tra le cittadelle industriali del Triveneto e i night club dell’Emilia Romagna. Le influenze di questo primo periodo sono Frank Zappa, King Crimson, Gong, Naked City, Mr.Bungle e Ozric Tentacles.
Tornato a Palermo Mezzatesta forma i Katerba, che nel 2000 si sciolgono per dare vita a due evoluzioni parallele, Paul Teglia & The Goodmakers of Shit e, appunto, Mezz Gacano. Questi ultimi suonano ininterrottamente per un biennio, raccolgono consensi trasversali e nel 2002 debuttano con Palòra di Boskàuz (per Sasime Records, label fondata da Mezzatesta per cercare invano di mettere ordine nella sua fluviale e composita produzione): la critica accoglie con grande interesse questo prima manifestazione discografica di Mezz Gacano, che va dal klezmer allo heavy metal più efferato, passando per digressioni pianobaristiche e cameristiche.

Nel 2003 Mezzatesta inventa una nuova formazione, in occasione della collaborazione col pittore palermitano Roberto Fontana, per far da commento sonoro ad alcune mostre/installazioni. Si tratta di Mezz Gacano & Self-Standing Ovation Boskàuz Ensemble, un’orchestra ‘variabile’ sia per struttura che per repertorio, voluta e progettata da Mezzatesta per dar vita alle ‘scritture’ più complesse e iperarticolate del suo ingombrante repertorio.

Mutato l’organico e avvicinatosi con decisione a territori Art Rock e Rock In Opposition, Mezz Gacano nel 2004 pubblica Avangandastrialopiteco (Sasime Records) in tiratura limitata. Dal 2004 al 2008 Mezzatesta (di cui Mezz Gacano è ormai diventato un vero e proprio alter ego) si dedica esclusivamente a lavori solistici come MezzGuitar e Megghiu Sulu, a musica da camera (Music for Robes, Orchestral Unfavorites), a collaborazioni esterne, dal vivo e discografiche, con artisti della free music, dell’arte contemporanea, della scena sperimentale e dell’improvvisazione radicale, come Hermann Nitsch, Philip Corner, Gianni Gebbia, Sandro Sciarratta, Lelio Giannetto, Dario Lo Cicero e l’Orchestra Xenarmonica del Bellini di Palermo, Camillo Amalfi, Michael Fischer, Carlo Actis Dato e molti altri. Nello stesso periodo Mezz rimette insieme la Boskàuz Band, che l’anno seguente registra Live @t Nino Label negli studi della Nino Label, una delle realtà produttive ‘sotterranee’ del capoluogo siciliano che, unite alla migliore libera creatività accademica, daranno vita ad Almendra Music.

Nel 2010 Mezz Gacano cambia ulteriormente formazione, avvicinandosi finalmente alle composizioni di Frank Zappa, di cui il quintetto è intanto divenuto “quasi” una banda-tributo.
Nel gennaio 2013 Mezz Gacano è invitato a elaborare un concerto monografico della sua musica con l’ensemble svizzero Zone Experimentale al festival “Capricci Capriceux” (dedicato ai giovani compositori italiani) tenutosi al Mitte di Basilea: per l’occasione è coadiuvato da Flavio Virzì e finalmente porta dal vivo un’orchestra da camera connessa a un gruppo rock con sintetizzatore analogico. Il risultato verrà documentato nell’album Froka, dapprima edito in digitale da Objet–a (l’etichetta di Gianni Gebbia) poi pubblicato da Lizard Records (storica etichetta dell’underground italiano).
Nello stesso periodo Mezzatesta fonda il Counterpeel Trio, organico di musicisti di varia estrazione con cui ha inizio “il rispolvero” della famosa “valigia dei 40 spartiti”, ovvero la rettifica e la ‘riqualificazione’ di pezzi scritti nei precedenti 15 anni da lavoratore operaio emigrato nelle fabbriche del Nordest.

Nel dicembre 2016, rientrato a Palermo, Mezz finalmente (ri)forma il Self-Standing Ovation Boskàuz Ensemble, protagonista di un nuovo album prodotto da Almendra Music e edito con Lizard Records: si tratta di Kinderheim, una sorta di “nuovo debutto” nel quale Mezz guida la sua orchestra avant-rock con il coinvolgimento di numerosi amici e colleghi, tra i quali Tommaso Leddi e Gianni Gebbia.

Marcello Bonanno | piano | pianist | photo portrait

Marcello Bonanno

Marcello Bonanno - portrait -- Almendra Music

La musica è un linguaggio per concetti, non per oggetti. È affermazione, negazione, corsa, stasi, affanno, solitudine, imposizione, violenza, garbo, dubbio, apertura, chiusura, ostinazione, tensione, ossessione, respiro, domanda, afflato, sinergia, convivenza, filiazione, proliferazione e milioni di cose ancora. Quando compongo ho un pensiero in testa, che, semplicemente, si palesa in termini musicali. Non ho idea di cosa voglio dire mentre compongo, solo qualche “insight” che mi aiuta a procedere con coerenza. A distanza di tempo, a brano finito, mi rendo conto che quel pezzo significa qualcosa. Potrei far finta di credere o provare qualcos’altro, perché più opportuno, perché necessario: tutti i compositori lo sanno fare, è una questione di tecnica, indispensabile per il mestiere. Ma preferisco limitarmi in questo, perché la differenza si sente. E poi non lo trovo corretto nei confronti di chi ascolta.
[Marcello Bonanno]

Compositore e pianista nato nel borgo medievale di Erice, in Sicilia, milanese d’adozione, Marcello Bonanno si è formato a Palermo, dove si è diplomato col massimo dei voti in Pianoforte, Composizione e Direzione d’Orchestra, e ha poi proseguito gli studi a Milano con Bruno Canino e presso l’Accademia del Teatro alla Scala. Camerista di vasta esperienza nei più vari repertori, collaboratore d’elezione di solisti e strumentisti da prestigiose orchestre europee, Marcello si è dedicato anche all’improvvisazione radicale, lo si è visto nei circuiti europei in progetti di world music o al piano in jazz band concertata con orchestra sinfonica.
La sua musica, di cui spesso è protagonista il pianoforte, porta a una evoluta sintesi scuole, stili e approdi dalle avanguardie del Novecento europeo – con una certa attenzione allo spettralismo e al post-minimal – e rimandi all’armonia e al fraseggio jazz.
Molte delle sue composizioni sono ispirate a principi di matematica e fisica, e sono esito di visioni sonore da riflessioni in cui ragione ed emozione camminano di pari passo, e che Marcello cura di far arrivare all’ascoltatore con rispetto, sincerità, schiettezza, e nella ricerca di una bellezza condivisa, spesso confrontandosi con grandi questioni del nostro quotidiano: dal rapporto uomo-macchina all’ostinata permanenza degli affetti a dispetto dell’uso disumano degli algoritmi, di cui tutti oggi facciamo esperienza. Così la sua musica è insieme complessa e fruibile, e proprio per questo è sempre apprezzata da ascoltatori della più diversa estrazione.

Ha suonato, sia in veste di pianista che di compositore, presso diverse organizzazioni, come Festival dei Due Mondi di Spoleto, Associazione Musicale Lucchese, MITO settembre musica Milano, Amici della musica di Cagliari, Casa della Musica di Parma, Orchestra Filarmonica del Teatro Bellini di Catania, Festival Taormina Arte, Fondazione per la musica jazz The Brass Group di Palermo, PianoCity Milano. Ha più volte fatto parte dell’Orchestra Sinfonica Siciliana e dell’ Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna. Ha collaborato, come pianista accompagnatore, in registrazioni per Deutsche Grammophon con Placido Domingo e i Wiener Philharmoniker al Musikverein di Vienna, e ancora con il Konzertvereinigung Wiener staatsopernChor all’Auditorium Manzoni di Bologna e con l’Università del Minnesota al Duluth Entertainment Convention Center (USA).

Marcello Bonanno è figura di riferimento per Almendra fin dalla nostra “preistoria” (ascolta, per esempio, le sue Variationes super Ave Maris Stella per il violoncello di Giovanni Sollima nell’album Sonate di Terra e di Mare), e proprio con Almendra ha deciso di produrre e pubblicare il suo primo album full lenght da pianista-compositore, “Cycles”, disponibile dal 31 marzo 2017.

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Valentina Casesa

Valentina Casesa - ``Orior``| Almendra Music, Classical, Post-Classical, Modern Classical, Palermo, Sicily, Italy, Piano, Pianist, Composer

Valentina Casesa, compositrice e pianista, è autrice di musica strumentale, spesso con il suo pianoforte protagonista, musica per le immagini e il teatro, e con un rapporto privilegiato con la danza. La sua musica è un moto continuo d’energia che avvolge in calmi paesaggi o sorprende con scarti improvvisi, e coinvolge ascoltatori da qualsiasi background sollecitando emozioni e immagini profonde, complice anche una ricerca intima del colore strumentale, sempre ben ponderata e spesso sorprendente.
La fioritura del suo linguaggio è avvenuta nella dialettica tra la costante pratica al pianoforte della musica classica, romantica e del primo ‘900, e la fascinazione per l’approccio di autori asiatici come Toru Takemitsu e Ryuichi Sakamoto, assumendo anche spunti dalle idee di spazialità musicale di Gyorgy Ligeti.

Valentina ha incontrato il pianoforte all’età di sei anni e si è diplomata con lode in composizione, pianoforte e direzione di coro al Conservatorio della sua città d’origine, Palermo.  Charles Rosen, Ennio Pastorino e Joaquin Achucarro l’hanno guidata all’approfondimento del suo strumento e dell’interpretazione pianistica, Dario De Rosa e Renato Zanettovich dello storico Trio di Trieste sono stati i suoi mentori nell’esplorazione della musica da camera, Barbara Rettagliati e Marco Betta l’hanno accompagnata nella formazione compositiva.
Prima del’attuale attività da solista con la sua musica, Valentina è stata ospite assidua e appassionata dei festival e stagioni concertistiche di musica classica in Italia e all’estero, spesso condividendo il palco con grandi solisti, grazie soprattutto alla decennale collaborazione col Trio Arté, di cui è cofondatrice e col quale ha contribuito alla riscoperta e valorizzazione di pagine della musica strumentale italiana del XIX secolo, pubblicate in un album del Trio in prima incisione.

Oltre al riconoscimento da parte del pubblico più variegato, la musica di Valentina è stata di recente apprezzata anche da Sofia Gubaidulina, ascoltatrice partecipe in prova e in sala alla prima realizzazione di “Perceptions” (2015), per ensemble di percussioni, composta in onore della grande compositrice per il Festival Nuove Musiche del Teatro Massimo di Palermo.
Nel 2013 Valentina debutta anche come autrice di teatro musicale, con l’opera da camera “Con un soffio di Vento”, su soggetto e libretto suoi, la cui prima ha avuto luogo alle Orestiadi di Gibellina, una fiaba emozionante, surreale e grottesca che mette in scena il peso delle assenze nei rapporti umani, e come queste influenzano poi la creatività.
Dello stesso anno è anche “Aspettando Violetta”, per orchestra sinfonica, soprano lirico e voce pop, realizzata in Piazza Maggiore a Bologna in memoria delle vittime della strage del 2 Agosto 1980, e trasmessa in broadcasting e webcasting internazionale da Rai TV.
Nel maggio 2016 la musica da camera di Valentina varca anche i confini italiani, con “Fìmmina” (“Donna” in siciliano), per violino, violoncello e pianoforte, composta per il Mediterranea Trio (Gran Bretagna) per l’evento ufficiale al British Museum di Londra in apertura della mostra sulla Sicilia che ha inaugurato la nuova direzione del museo britannico.
Pochi mesi dopo Valentina è compositrice e pianista, tra composzione e improvvisazione, in dialogo con temi wagneriani in “Saracina”, realizzazione scenica dell’omonima opera non musicata di Richard Wagner, prodotta dal Festival Pergolesi Spontini a Jesi e dal Teatro Massimo di Palermo.

Valentina chiude il 2016 chiude con una nuova apertura, “Orĭor, EP che segna l’avvio della sua attività solistica da pianista-compositrice. A “Orior” segue, a novembre 2018, la pubblicazione del suo primo album di lunga durata:”KI“.

Valentina Casesa - ``Orior`` album cover | Almendra Music, Classical, Post-Classical, Modern Classical, Palermo, Sicily, Piano, Pianist

 ORIOR

Valentina Casesa - ``KI`` album cover | Almendra Music, Classical, Post-Classical, Modern Classical, Palermo, Sicily, Piano, Pianist

 KI

N'Hash | electronic music producer

N’Hash

N’Hash è il decoder elettronico dell’iperinformazione contemporanea, programmato e continuamente hackerato dal producer, sound engineer e polistrumentista palermitano Marco Nascia.
Un algoritmo di hash, in informatica, è un processo in grado di elaborare dati grezzi di qualsiasi mole, restituendo una stringa univoca di numeri e lettere. N’Hash decodifica il caos di informazioni del nostro quotidiano e ce lo restituisce in potenti e raffinate stringhe sonore IDM / EDM: decriptare il caos e condurlo a ballare con noi.

Marco Nascia a.k.a. N’Hash, formatosi alla Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo, lo si può incontrare con la chitarra, elettrica o acustica, tanto a suonare manouche quanto nel combat-rap di Gente Strana Posse, oppure a programmare alchimie IDM, improvvisare jazz della Golden Era al pianoforte, curare il suono di presa diretta per il cinema, campionare colonne sonore da oscuri Spaghetti Movies, a setacciare YouTube alla ricerca di melodie persiane da trasformare nel peggior incubo neoliberista, o ancora a microfonare ogni sorta di strumenti negli studi palermitani di Almendra Music.

L’album di debutto di N’Hash, è “Birthday Attack” (2016). N’Hash è al lavoro negli studi Almendra sulle musiche del secondo album, previsto per il 2018.

ELOISA MANERA

Eloisa Manera

Nel cuore ho la musica di Bach, Bartók, Shostakovich, Prokof’ev, Stravinskij, Arvo Pärt, Steve Reich, John Cage. A questa colonna sonora si sono aggiunti in seguito artisti meravigliosi come Hermeto Pascoal ed Egberto Gismonti; George Russell, Charles Mingus e John Zorn sono per me riferimenti importanti. Le note di Davis, Rollins, Monk, Dolphy e molti altri grandi musicisti sono fonte di quotidiana ispirazione.
(Eloisa Manera, intervista a “Musica Jazz”, marzo 2014)

Violinista, compositrice e improvvisatrice italo-spagnola, di base a Milano, Eloisa Manera è in perenne viaggio alla scoperta delle risonanze di mondi musicali tra loro differenti. Le sue forti radici classiche fioriscono con originalità e rigore nell’esplorazione dei repertori “altri”, dal nuovo jazz all’improvvisazione radicale, fino all’avant-rock, l’elettronica e le tradizioni popolari.

Eloisa la si può incontrare a condividere palco e studio di registrazione, in Europa e negli U.S.A., con artisti dai più vari background e generi, da Enrico Intra a Noa, da Mario Brunello ai Marlene Kuntz,  fino a maestri dell’avant-rock e dell’improvvisazione come Chris Cutler, Keith Tippett, Karl Berger. Eloisa è anche componente di formazioni a un tempo innovative e consapevoli delle tradizioni di provenienza, come la Artchipel Orchestra (“miglior formazione italiana” nel Top Jazz 2012, il sondaggio annuale della critica specializzata più qualificata) e il duo Hobo con Massimo Giuntoli.

I suoi contributi e la partecipazione al nuovo jazz in Italia ha portato la storica rivista “Musica Jazz” a includerla nel numero monografico dedicato alle “Donne che stanno rivoluzionando il Jazz”.

La fioritura solistica delle esperienze di Eloisa è avvenuta nel rapporto col team di produzione Almendra Music, dando esito al suo album di debutto da solista e compositrice, “Rondine”: sette tracce in cui il violino solo di Eloisa, col contributo di un’elettronica mai astratta, diventa un iperstrumento per migrare tra jazz e suggestioni ambient, echi di Bartok filtrati dal minimalismo di Steve Reich, dialoghi tra field recording urbani e le corde del violino. 

Giovanni Di Giandomenico, composer, pianist, producer, piano, electronics, Almendra HCM, Human as Possible, Palermo, Berlin, ambient, experimental, modern classical, contemporary

giovanni di giandomenico

Giovanni Di Giandomenico è nato a Palermo nel 1993, si è diplomato in composizione, pianoforte e direzione d’orchestra al Conservatorio della sua città d’origine, ha continuato all’Accademia Nazionale di S. Cecilia a Roma (alto perfezionamento in composizione), alla Guildhall School of Music and Drama di Londra (improvvisazione jazz e rock), e al SAE Institut di Berlino (sound engineering e music production).
Dai locali dell’underground palermitano all’Auditorium Parco della Musica a Roma, passando per il palco della NAMM Musikmesse di Mosca, fino a battute di busking per le strade di Bologna tra una prova e un concerto al Teatro Comunale, lo si può incontrare a fare musica nei contesti più vari, dal vivo e in studio, in collaborazioni con musicisti di ogni estrazione stilistica, dalla musica classica e contemporanea all’hip-hop, dal noise rock all’avant jazz, oltre ai concept liveset e DJset, le sonorizzazioni e le musiche per il teatro, le installazioni, il cinema e la videoarte.

Realizza paesaggi sonori immaginari, distopie della memoria in cui immergersi per cambiare la propria percezione del tempo quotidiano; una musica nuova in cui la consapevolezza delle tradizioni classiche, popular e delle avanguardie del ‘900 fiorisce in un mix di spontaneità, rigore, energie e intimità, orientato alla esplorazione del potenziale materico del suono, a partire dal pianoforte, integrato dall’uso di strumenti elettronici sia analogici che digitali.

Attualmente vive tra Berlino e Palermo. A Berlino ha fondato la sua label HCM col musicista elettronico Aladin Ilou e il sound artist e fotografo Marcello Cangemi. Il debutto delle produzioni HCM è “We Need“, concept album e nello stesso tempo ‘installazione sonora da camera’.

Fa parte del collettivo Almendra Music dagli esordi, e in Almendra ha debuttato nel 2012 con un primo album eponimo di sue composizioni per pianoforte solo, cui segue nel 2015 l’uscita simultanea del piano solo “Lisca” e del concept album elettronico ”Q”. Nel 2016 pubblica il full-lenght “Ambienti, e nel 2017 “Ecuba | Ifigenia” col trio di compositori composto da Giovanni con Naiupoche e Marco Betta, alla quale segue, nel 2018, il live “Ensemble / Encore“.

ALESSIO PIANELLI

alessio pianelli

Alessio Pianelli, violoncellista e compositore siciliano, classe 1989, si diploma giovanissimo con lode al Conservatorio “V. Bellini” di Palermo. Prosegue quindi la propria formazione in Svizzera, alla Hochschule für Musik di Basilea, città dove tuttora risiede dopo aver conseguito “mit Auszeichnung” il Master of Arts in Musikalischer Performance, ricevendo dal governo svizzero lo Stipendium der Schweizerischen Eidgenossenschaft. A complemento della formazione accademica partecipa a corsi e masterclass d’interpretazione e musica da camera di Vito Paternoster, Massimo Polidori, Mario Brunello, Reinhard Latzko, Maria Kliegel, Enrico Bronzi, Giovanni Gnocchi, Valentin Erben.

Luigi Fait lo definisce, ancora giovanissimo, «un asso del violoncello». Stanno a confermarlo le successive molte vittorie in concorsi nazionali e internazionali: Rassegna d’Archi di Vittorio Veneto, Premio “Bärenreiter Urtext” AMA Calabria, il Diploma d’Onore con Menzione Speciale al TIM, Concorso Nazionale di Musica “B. Albanese”, Grand Prize Ibla. Tra i suoi successi il Primo Premio e il Premio Speciale “Città di Porec” all’ International Cello Competition “Antonio Janigro” in Croazia, il primo premio e premio del pubblico allo Schenk Stiftung Wettbewerb di Zofingen e il premio 2013 della Fondazione Renzo Giubergia di Torino, oltre alle varie borse di studio assegnategli dalle fondazioni svizzere “Lyra Stiftung” e “Nicati de Luze”.

Dal 2009 ha ricoperto il ruolo di primo violoncello nell’Orchestra 1813 di Como, nell’Orchestra Davinci di Basilea e nell’Orchestra dell’Ente Luglio Musicale Trapanese.

Fin da giovanissimo condivide il palco con grandi interpreti della scena internazionale della musica classica, tra i quali M. Brunello, G. Tavares, G. Sollima, I. Monighetti, T. Demenga, S. Simionescu, V. Jacobsen, A. Oprean, F. Benda, A. Kernjak, M. Piketty, T. Schabenberger.  Suona da solista con orchestre sinfoniche e da camera quali la Jugend Basel Kammerorchester Birseck, Arkedemos ensemble, Gli Armonici, l’Orchestra 1813 del Teatro Sociale di Como, Neues Orchester Basel, l’Orchestra dell’Ente Luglio Musicale Trapanese, l’Orchestra giovanile della Sinfonica di Palermo, I Musici di Parma, l’Aargauer Sinfonie Orchester, l’Orchestra da camera Desono, Sinfonieorchester Basel e la Baden-Baden Philarmonic Orchestra.

L’attitudine di Alessio Pianelli per il dialogo e la condivisione di esperienze si realizza anche in una appassionata attività cameristica, con formazioni stabili come l’ Avos Piano Quartet e l’Ambra Piano Trio, con le quali realizza tournée e incisioni discografiche in Italia, Svizzera, Francia, Germania, Belgio e Giappone.

Il dialogo sempre aperto coi compositori coetanei e l’interesse per la musica d’oggi sono una ulteriore naturale declinazione della ricerca di Alessio, realizzata tra l’altro – nel rapporto mai interrotto con le radici siciliane – come membro stabile del Giacomo Cuticchio Ensemble, col quale ha debuttato all’Auditorium Parco della Musica a Roma dopo la pubblicazione dell’album “Quaderno di Danze e Battaglie dell’Opera dei Pupi” (Sonzogno/Egea, 2014).

Nel 2015 prende parte alle incisioni dei trii per pianoforte e del trio d’archi di Marco Nodari per la label “Concerto” e, con l’Avos Piano Quartet, i quartetti op. 47 di Schumann e op. 25 di Brahms per l’etichetta giapponese  “Livenotes Nami Records”.

Nel giugno 2016 la sua composizione “Tanzen wir!” vince il 1° premio e la Targa SIAE alla terza edizione del Concorso di composizione “In clausura” dei 100cellos al Ravenna Festival.

Alessio Pianelli contribuisce allo sviluppo della factory creativa siciliana Almendra Music dalla sua costituzione, con un primo esito nella pubblicazione di “Prélude” (Almendra Music, 2014) , album di debutto solistico, con musiche di J.S.Bach, Weinberg, Demenga (prima incisione mondiale) e Tsintsadze. In prossima uscita due nuove pubblicazioni discografiche, tra le quali, a febbraio 2017, nuovamente in Almendra Music,il nuovo album solistico, “Sulla Quarta”, che segna anche il debutto discografico di Alessio Pianelli come compositore: uno sviluppo della ricerca intrapresa in “Prélude”, con la musica nuova composta da Alessio Pianelli in dialogo con la quarta Suite di J.S.Bach e un lavoro di Giovanni Sollima in prima incisione.